Lungo ponte del 2 Giugno 2016.

Il primo giorno prevede solo trasferimento. Ma non esiste trasferimento che non sia anche un itinerario. Purtroppo questa volta arriviamo un po’ da direzioni differenti e la strada è tanta. L’obiettivo è l’arrivo a Korenica entro sera lungo un meraviglioso percorso che da Nuova Gorica si snoda per oltre 300km tutte curve, paesini e per nulla veloci. La media si rileverà essere attorno ai 50-60Km/h. Occorre partire presto e quindi l’unica soluzione è definire l’itinerario del primo giorno per la tratta Gorizia – Korenica. Visti i tempi medi la partenza è fissata alle 10.30 da Gorizia. Poi vabbè… Ci sono i chilometri di avvicinamento per arrivarci a Gorizia ma quelli sono esclusi dalla tabella di marcia e quindi che le sveglie si puntino presto!
Alle 6 del mattino sono già in marcia col boxer che frulla lento e costante. Devo arrivare al primo autogrill dopo Verona dove recupererò i trentini. I km passano, un po’ noiosi. Ascolto della musica e passata circa un ora ecco passare il casello di Verona, l’intersezione con la Brennero, quindi l’autogrill dell’incontro! Esatto “passare”! Lisciato in pieno assorto nel tepore delle vibrazioni ormai un tutt’uno con il ritmo degli scoppi del boxer. Mi fermo alla prima area di parcheggio utile, poco dopo, e telefonata veloce per ricontrattare il luogo dell’incontro. Eccoli che arrivano, Sacks,Ciri e Paolo. Veloce scambio di saluti e qualche recupero di informazione su Gigi strada facendo che non era presente. Viene, ma l’orario di partenza non era compatibile con le sveglie che vendono a Milano (credo si possano puntare solamente dalle 7:00 in poi). Quindi partirà più tardi e ci raggiungerà entro sera.

Il viaggio prosegue verso Gorizia dove c’è l’appuntamento ufficiale di inizio itinerario con chi arriva da sud. Ma il tempo si mette male ed il cielo, nero come quando non scherza, minaccia pioggia. Sacks mi dice che si ferma sotto ad un cavalcavia per mettersi l’antiacqua ma io cerco di portare pazienza e proseguo. Il tempo di lasciamri  il cavalcavia alle spalle ed ecco che finisco dentro un acquazzone di quelli tosti. Ovviamente il successivo cavalcavia è nel pieno della tempesta. Accosto, mi fermo, e li, che si sta vestendo, becco ClaudioBMW! Un tempismo perfetto. Al cavalcavia precedente mi dice essersi fermati gli altri (Stelvio e gli equipaggi completi di rispettive passeggere Alektm e Picci8v). Bene, ci penserà Sacks a riconoscerli. In realtà non se ne accorgerà sino a Gorizia. Si riparte tra acqua, traffico ecc… Completamente sparpagliati arriviamo al punto di incontro (riincontro) definito. Siamo bagnati ma ci siamo tutti. Gigi e Manarì appaiono immediatamente e in orario assieme a noi. Saran pure partiti dopo con calma ma sicuramente non hanno guidato con altrettanta calma.

 

Si parte, via lenti e tranquilli per le strade slovene lungo un percorso annodato alla ferrovia che ci porta fin poco dopo l’ora ideale di pranzo al confine con la Croazia. Cerchiamo di portarci il più avanti possibile, dietro ho 10 moto che seguono e reggono bene. Ma iniziano i primi segni di protesta dello stomaco di AleKtm che mi affianca nella speranza di una rassicurazione. Ok, è ora di sfamare la carovana. Tony bar, ultimo avamposto prima di sconfinare. Regno della miglior pizza surgelata di sempre, dei toast disgustosi “P” e della cokta! I tempi di attesa sono disastrosamente lunghi ma con immensa pazienza riusciamo a sfamarci tutti e ripartire.

 

Il resto della strada, percorso bellissimo, ci porta verso sud sino al parco di Plitvice e quindi Korenica. Arriviamo che è sera ormai. Giusto il tempo per fare un pieno di benzina, trovare ognuno il proprio alloggio e ritrovarsi poi la sera per la cena.  Nel frattempo ha smesso di piovere e individuare un posto con maialino pronto ad essere servito è abbastanza semplice.

 

 

La cena passa turbolenta per Paolo che  vittima del freddo e della birra ghiacciata ingurgitata come se dovessero portagliela via ha da dannare con il suo fisico che protesta. Divorare comunque il maialino e quanto attorno lo contornava non lo aiuta ma alla fine dopo alcune grappe sembra sopravvivere alla grande. O forse, semplicemente, si dimentica che non stava bene. La notte passa per lui non nel migliore dei modi ma il giorno dopo eccolo presente in sella con uno scatolone di fermenti lattici recuperati non si sa bene dove.

Il secondo giorno comincia con il bel tempo. Abbigliamento comodo e scarpe da escursione ci permettono di addentrarci nel parco dei laghi di Plitvice. Se la mattinata è ottima il pomeriggio si scatena il diluvio. A tratti talmente intenso che anche il mio poncho impermeabile da outdoor inizia a risentirne e arrivare al limite. Tutto cambia e quel senso di essere nel giardino dell’eden si trasforma in una specie di avventura nella giungla pluviale. Ci perdiamo, ovvio, ognuno più o meno bagnato. Ma alla fine è andata bene.

Il terzo giorno si riparte con una nebbia fittissima che lascia intravedere veramente poco. Ma è questione di un attimo perchè dopo i primi chilometri eccoci sotto un cielo azzurro senza un nuvola diretti a Nord verso Idrija. Il percorso della giornata è abbastanza impegnativo. Secondo i primi calcoli la sosta pranzo è da saltare assolutamente per cercare di rispettare l’orario di arrivo prefissato delle 15.00 per poter entrare nella vecchia miniera di mercurio. Il problema nasce dopo la prima ora ad una sosta tecnica di Alektm per togliersi qualche strato di abbigliamento per via del caldo. Una veloce accostata troppo vicino ad un bar. Un paio di caschi si levano, una sigaretta si accende. Ma la situazione degenera quando un paio di moto, Ciri e Stelvio, si spostano verso il posteggio del bar (caffè). In 10 secondi gestisco una serie di pensieri e valutazioni. Km da fare, orario, strada fatta, Gigi che fuma, Ciri che vuole il caffè… Situazione, valutazione, reazione! Lancio un urlo da dentro il casco “Si parteeeee…” mentre riaccendo la moto, quindi ingrano velocemente la prima marcia  accompagnata da un convinto clock e via gas senza badare a chi mi segue o non mi segue… Via tutte le marce una dopo l’altra e senza gaurdarmi indietro percorro i primi chilometri. Dopo po’ di strada faccio la conta dei rimasti e con immenso piacere vedo che ci siamo tutti. Ottimo, il piano ha funzionato. Stiamo nuovamente viaggiando verso nord. Tirata unica fin dopo il confine. E’ ormai tardi e ora di pranzo. Sosta di circa 20 minuti per fare benzina e tempo di lasciar bere un caffè a Ciri (ora ci sta). Il resto del percorso vedrà un taglio per restare nei tempi previsti e l’arrivo ad Idrija in perfetto orario. Le successive due ore le passiamo grosso modo sottoterra in una visita che devo ammettere è organizzata molto bene.

 

 

 

Ripreso ossigeno a luce in superficie un bel tavolone di legno, delle panche e birra a volontà con “Do rode”!!!

 

 

 

Ottimo gruppo a cui faccio ancora i miei complimenti per aver resistito a dei ritmi serrati, alla pioggia incessante, al pranzo non previsto in tabella di marcia ecc…


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