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IL LUOGO:
un bosco sopra MassaL’ORA:
15,30-16,30 vista l’ubicazione la luce e’ scarsaLA MOTO:
sembrava una Beta AlpLA STORIA:
il nostro eroe, di pattuglia alla ricerca di nuovi sentieri, ne adocchia uno che, malgrado fosse passato e ripassato di li’, non aveva mai visto. Questa volta sono le tracce di una ruota tassellata a svelare il percorso.
La deviazione si presenta subito bella tosta, una ripida discesa con grosse pietre e radici, il tutto infilato in un budello tanto stretto che a volte gli stivali strusciano sui fianchi del solco.
Il terreno e’ un misto di neve e fango, c’e’ da sperare che prima o poi si allarghi perche’ di girare la moto qui non se ne parla.
ma…ma…
il nostro non crede ai suoi occhi, una pista vera e propria nascosta in mezzo al bosco: salite ripidissime con in cima un bel curvone da fare tutto in appoggio per poi precipitare da basso, sembra una pista da bob, anche il fondo, in quanto a scivolosita’, non ha nulla da invidiare al ghiaccio.
Canalette dove passa a malapena la ruota, da affrontare a tutta birra, pena il restare bloccati, serie di dossi in rapida successione degni di una pista da cross indoor, profonde pozze dove la neve che si scoglie si mescola ad un fango color beige chiaro che ben si intona ai colori della moto e del vestiario del nostro.
Una, due, alla fine sono cinque le cadute, fatte scegliendo con cura il luogo, naturalmente le pozze piu’ profonde e fangose !
Il ritorno, il budello da fare in salita, spreme le ultime energie a quel buffo ometto, con un casco arancione, gli occhiali e i baffi.
Sotto il fango, nascosto dai baffi impiastricciati, giurerei di aver visto un sorriso.Per me ha goduto forte 😉
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