Le due moto riposano all’ombra, tra sentori di benzina e olio bruciato. Quando la serranda si alza, le cromature sorridono al sole d’aprile. Il nostro cuore, lo sentiamo, inizia a battere più svelto.


Quel giorno il cielo pioveva una pioggerellina sottile e indifferente. Trovammo a fatica un parcheggio in un piazzale fangoso. Il mondo era freddo e umido, tutto grigio e marrone scuro. 
La sala d’attesa aveva luci al neon. Uomini e donne in numero pari. Tutti li’ per lo stesso motivo, ma nessuno rivolgeva la parola al suo vicino.


Il casco, i guanti (prima il sinistro, poi il destro), la chiave nell’accensione, il rombo del mio motore dai due cuori d’acciaio. Mi sorridi, e scalci sull’avviamento. Una nube azzurrina riempie l’aria di emozioni.


A meta’ mattina tocco’ a me. Ero al telefono con l’ufficio quando l’infermiere mi chiamo’, e chiusi la conversazione con una scusa qualunque. Non ascoltai le istruzioni: non era la prima volta. Non fu 


facile. Ci volle un po’ prima che potessi consegnare il campione e tornare alle mie preoccupazioni sotto le luci al neon.


Vai avanti tu, ti seguo. Troppe strade, semafori e incroci, ma alla fine ci ritroviamo a viaggiare tra profumi d’erba e di terra fresca. Puntiamo verso le montagne, la dove il cielo e’ davvero blu.


Tua madre era davvero bella dopo l’anestesia, i capelli biondi e il camice azzurro. La sfiorai con un bacio  sincero. Speriamo sia la volta buona, pensammo senza osare parole.


Le strada inizia a salire. Le curve si susseguono in un ritmo largo e solenne. Lassu’ in cima brilla ancora la neve. A volte la luce colpisce feroce la visiera del casco. Ti vedo accelerare, e ti lascio 
prendere lo spazio che vuoi.


Due giorni dopo, l’impianto. Ancora qualche giorno, ed ecco la conferma: ci sembro’ la piu’ incredibile delle notizie. Quella sera, a cena, fantasticammo di dolci sciocchezze. Ancora non sapevamo che 
nome darti.


L’aria si fa piu’ fredda e le curve piu’ strette. Non tocchi mai il freno, lo vedo. So che vorresti andare piu’ forte, ma non osi. Apro il gas e in un attimo sono al tuo fianco. Mi sorridi e acceleri. Ora si fa sul 
serio. Ti vedo piegare con bella sicurezza. Se avessi una moto come la tua non riuscirei a starti dietro. Aria frizzante, resina di pino e cielo blu. Vorrei che queste curve non finissero mai.


Nove mesi dopo. Paura e meraviglia. Credo di aver pregato. Universo di possibilita’, tu nei miei sogni non avevi ancora un volto, ma solo sguardi e sorrisi.


La vegetazione si fa rada e asciutta. Le nuvole ora scorrono ai lati della strada. La velocita’ ha lasciato il posto alla meraviglia. Tutto intorno e’ montagna inondata di luce. Ti fermi, e anch’io mi fermo accanto a 
te. Ti togli il casco e scuoti i tuoi lunghi capelli biondi. Figlia mia! Mi sorridi, e il mondo dentro di me non ha piu’ confini.


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