Una storia di altri tempi.

Io non ci volevo credere, ma ora come ora devo riconoscere che “la vecchiaia” porta l’essere umano a cercare i ricordi lontani, a rivisitarli e farli rivivere. Per questo gli anziani raccontano sempre del militare e di tante cose che all’ascoltatore sembrano appartenere ad epoche lontanissime.  Oltre a questo, lo sviluppo tecnologico e i grandi cambiamenti degli stili di vita fanno apparire quei fatti ancora più desueti, quasi storie improbabili o racconti ottocenteschi.  

L’aermacchi 125-51

Questa storia comincia in un paesino sul lago di Como, (Quel ramo del lago di como che volge a mezzogiorno ….. e segnia il punto dove l’Adda ricomincia ) il paesino si chiama Olginate, io avevo 12 anni circa, quindi eravamo nel 1965, massimo 66 e la mia famiglia si era da poco trasferita li perché mio padre faceva il ferroviere e il passaggio di qualifica imponeva un qualche trasferimento.

Ai tempi il solo mezzo di locomozione di casa era una lambretta 125 del 1953 con cui mio padre, con qualsiasi tempo e a qualsiasi ora del giorno e della notte  andava a lavorare a Lecco (credo che fosse ad una trentina di Km) oltre naturalmente a portarci la famiglia tutta abbarbicata sopra, per qiasiasi situazione di spostamento.  La formazione era: mio padre guidava sul sellino conducente, mia madre seduta di fianco (con tutte e due le gambe da una parte) sul sedile passeggero. Mia sorella seduta tra i due sellini (il vuoto veniva colmato da una coperta arrotolata) ed io seduto davanti, sulla ruota di scorta tra lo scudo ed il sellino del guidatore.

Era da poco morto un fratello di mio nonno che viveva a Milano In via Palmanova  e la moglie aveva scritto a mio padre (i telefoni erano rari) Che nella cantina c’era una moto che questo fratello di mio nonno che si chiamava Bruno  non usava da anni, e che se la voleva gliel’ avrebbero regalata.

Naturalmente andiamo a prenderla! Oggi sarebbe tutto semplice, ma allora si prende il treno e si va. Arrivare a via palmanova con il tram è stato abbastanza semplice, arriviamo dai parenti che ci portano in cantina: li vediamo un ammasso di metallo e ruggine che nessuno avrebbe mai preso in considerazione come mezzo di trasporto! Nessuno! Ma dato che mio padre era qualcuno, decidiamo (per modo di dire in quanto non penso che il mio parere avesse una qualche valore) di portarcela via! L’espressioni dei parenti sembrava proiettare un pensiero del tipo: meno male non dobbiamo chiamare il ferrivecchi per liberare la cantina! Comunque la portiamo via! Già! Solo che abbiamo dovuto far fare al gioiellino meccanico le scale della cantina! Dopo una buona mezz’ora e tutti sudati, abbiamo finalmente la moto a livello strada. Il più è fatto: magari! Avete presente quanto è lontana Via Palmanova dalla stazione centrale? Io non lo so, ma spingendo la moto a bordo strada in mezzo al traffico a me è sembrata lontanissima. Poi si fa il trasporto bagagli in treno e si parte! Uno pensa, bh è stato faticoso ma è fatta! Non credo proprio! La stazione ferroviaria a Olginate non c’è, quella più vicina è Calolziocorte, saranno 3 o 4 Km sempre spingendo la moto (per così dire!).  La lunga giornata finisce e arriva finalmente il meritato riposo.

Il giorno dopo si passa ad esaminare la moto e a prendere decisoni importanti. La moto in questione era una Aermacchi 125 2 tempi 4 marce una sorta di scooter a ruote alte (sulla falsariga del Galletto della Guzzi) modello 51 che doveva essere il primo anno di immissione sul mercato.

Da quel giorno e per un paio di mesi è iniziata l’opera di restauro. Mio padre era il meccanico ed io il garzone, è stata la mia prima esperienza su una moto. Abbiamo smontao ogni piccolo pezzetto, mandato a cromare quello che doveva e verniciato noi il resto, Il morote è stato aperto, pistioni ef asce elastche puliti , il magnete con le puntine platinate da regolare per far la scintilla al punto giusto:  una poesia! Dopo un paio di mesi la famigliola viaggia a ruote alte sempre tutti abbarbicati sulla nuova moto. Lo scorso luglio sono stato in India ed ho visto famiglie di 3 o 4 persone abbarbicate allo stesso modo,  solo che loro erano un po’ piu scuri di pelle, le moto un po più moderne edi vestiti delle donne (sempre sedute di fianco) un po più variopinti.

Ah dimentivavo, la lambretta del 1953 è restata a casa ed ha aspettao i miei 16 anno per essermi affidata, lei del ’53 e anche io del ’53: due 16enni sulle strade dell’adolescenza!

Questa era l’Aermacchi 125/51

e questa la lambretta che è stata la mia prima moto dai 16 ai 19 anni di entrambi (dico io e la lambretta)!

Darei qualsiasi cifra per averle qui ora, purtroppo il vecchio di casa ci pesa e solo dopo tanti anni, al limitar di vecchiaia ci rammarichiamo della mancanza!


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