A dicembre durante il ritrovo NetNatale15, nel tavolo dei Motomonelli nasce l’idea.
Strada facendo si definiscono i partecipanti in funzione dei quali s’individua il periodo ed alla fine si comincia a pianificare.
La Spagna, è deciso, senza dubbio è la meta sicura !! 1 (2)
Come volevasi dimostrare, salta quasi subito, problemi con coincidenze delle ferie coi traghetti x Barcellona.
Piano B : facciamo tutte le montagne della Calabria intanto con la lingua siamo messi uguale …..
Così a suon di cene nelle serate invernali si pianifica tutto e proprio alla vigilia della partenza, restiamo in 3 …. peccato, ce ne faremo una ragione.
Lunedì 30 maggio si parte alle 8 da CSP diretti alla Val Marecchia da risalire fino a S.Sepolcro.
Stranamente non diluvia come in tutti i giorni di questa primavera anomala, quindi attraverso la E45 Perugia, Foligno, Spoleto, Terni.
Per arrivare qui, avevamo incaricato un navigatore nuovo di zecca, schermo grande, impermeabile, pieno di optional e velocissimo, ma … non avevamo pensato di preparare Steve all’utilizzo, così ad ogni incrocio il malefico oggetto, per qualche improbabile settaggio, ci vuole rimandare a Ravenna. 
Per fortuna l’ora non particolarmente mattutina ha permesso da subito ai pochi neuroni svegli di sopperire alla tecnologia testarda! 
In una baracchina a bordo strada in un punto non ben definito tra Terni e Rieti, i morsi della fame hanno imposto uno stop.
Da questo momento, per voce di due intenditori che non mi permetto di contraddire, forse per la fame o forse per la qualità dei prodotti, ogni mangiata risulterà la migliore di tutta la storia del mondo. 
2 (2)Antrodoco e, guardando il Corno Grande negli occhi, giù fino a L’Aquila poi finalmente Sulmona prima tappa della gita, 520 km.
Nel frattempo il buon Cocco intercetta il mex su FB e scopriamo che non siamo molto lontani, chissà magari ci s’incrocia….
La sistemazione in un B&B, dal nome molto sadomaso (se letto in italiano!) Legacy, centrale, con un matrimoniale ed un singolo. 
Ho provato a minacciare che russo forte, nel tentativo di ottenere il singolo d’ufficio, ma purtroppo anche gli altri due non scherzano sull’argomento, quindi si tira a sorteggio. 
Mi tocca Lupo… ma non morde.

3 (2)Giro per la città di fattura simile a L’Aquila ma in scala ridotta, acquisto di confetti strepitosi, specialità del posto e prima fregatura del viaggio! 
C’è sempre la fregatura ed è meglio prenderla subito così poi ti svegli. 
Purtroppo è lunedì e molti locali consigliati da TripAdv sono chiusi. 
Vuoi dire che i commenti negativi siano veri? 
Confermo, l’accendiamo !!! Evitare il centralissimo Buonvento, un pessimo ma caro locale.
Notte in segheria ed alle 7 giù dalle brande tra mugolii di protesta.
4 (2)Isernia si raggiunge con una splendida strada dal nome “sfigato” n.17, un “taglio” su altopiano elegantemente ordinato non molto alberato e assolutamente privo di traffico.
Segue Campobasso con la strada che continua con stesse caratteristiche finché, non si supera il confine con la Puglia, in direzione Foggia, la strada comincia a scendere ed in lontananza si avvicina il mare con la sagoma imponente del Gargano sulla sinistra.
Ulivi a perdita d’occhio. 
5 (2)La costa è subito lì, con il profumo del mare che arriva nitido dentro le narici, ….. quando il Vara è abbastanza lontano da non inquinarmi lo scenario . 
Appena lasciato l’Adriatico (n°16) a Canosa, saliamo le Murge e lo stomaco comincia a reclamare attenzione. 
6 (2)Minervino è abbarbicato su un cucuzzolo ma offre una piacevole salita tra questa continua sequenza di case bianche. Il sole c’è ma la temperatura è gradevole anche con addosso l’abbigliamento protettivo.      

7 (2)Guidati dall’istinto di Steve e non dal suo navigatore, finiamo ospiti in un ristorante (il Labirinto) che ci propina una magistrale “Strescinet conlecimedirepa”, se non qui dove?
Via Gravina corriamo a trovare alloggio a Matera, Capitale della Cultura Europea. Questa volta tocca a Lupo avere Steve nel lettone.
Il tardo pomeriggio è dedicato ad infilarsi dentro i famosi Sassi dove il cruccio più grande è stato chiedersi come diavolo facessero a parcheggiare la moto in questi posti!
8 (2)All’ora della ritirata avevamo coperto 360 km di asfalto e forse qualche migliaio di scale, scalini, scalette e viottoli…..
E’ mercoledì e già arrivano richieste di poter dormire un po’ di più !! Ma lo Jonio ci aspetta fino a Sibari sulla n.106 dove sterziamo decisi verso S.Demetrio.
Qui la musica cambia ci addentriamo sulla Sila con i suoi incredibili folti boschi, anche il cielo oggi è “folto” di nubi ma si viaggia alla grande.  
Va da sé che non si può pretendere che l’entroterra calabro abbia una segnaletica stradale completa di tutte le indicazioni utili e pensiamo che su queste strade sarebbe davvero utile avere un navigatore collaborativo.
Nulla da fare, Steve non ha studiato a sufficienza durante la notte e continua a guardare il televisore che ha montato sul manubrio dove probabilmente trasmettono i Simpson.
E’ pittoresco fermarsi a chiedere info a chi è abituato a parlare con le capre!
9 (2)Così, facendo un po’ di incroci a caso, improvvisamente mettiamo le ruote sulla n.660 che con un armoniosa sequenza di curve su un asfalto perfetto, ci permette di raggiungere il lago Cecita; siamo a 1100 m.s.l.m. nel cuore del Parco Nazionale della Sila.
Ma il vero obiettivo è il Borghetto di Camigliatello. 
Signori miei, credo che un tripudio di sapori e profumi di questa intensità nei piatti di verdure fritte, pastellate, in umido, sott’olio e in tutti i modi possibili, sia veramente difficile da trovare.
10 (2)Purtroppo sgocciola ma roba da ridere, peccato per il paesaggio alpino che non è apprezzabile al cento.    

11 (2)La strada è ancora lunga ma non possiamo esimerci dall’omaggiare i Giganti della Sila, alberi secolari che nella loro noiosa vita non hanno mai visto tre idioti che sotto l’acqua in moto si sono inerpicati ai loro piedi.
Qui Lupo non aveva campo per effettuare l’ 87 ma telefonata della giornata e si irrita imprecando contro la Fornero (ci sta sempre!). 
Anche l’asfalto spesso è opzionale o meglio a macchia di leopardo.
Intanto Steve continua a guardarsi attorno cercando la Garisenda che gli viene segnalata dal navigatore. (ndr Garisenda e Asinelli sono le 2 torri di Bologna)
12 (2)San Giovanni in fiore, Lago Ampollino, Taverna e Catanzaro. Direi che di curve per oggi ne abbiamo macinate.
  Nuovamente lo Jonio, liscio come un olio a perdita d’occhio verso sud-est.
Soverato ci viene indicato come posto turistico interessante.  All’ingresso del paese, ci fermiamo in uno spiazzo per ordinare le idee. Ci affianca un’auto guidata da una ragazza, dalla quale scende un tipo che con un entusiasmo disarmante, ci chiede se abbiamo bisogno e si presenta come presidente del moto club del posto.
Come rifiutare tanta accoglienza; accettiamo di farci consigliare dove dormire ed in effetti il San Domenico offre camere a piano terra praticamente in spiaggia a 10 mt dal mare.
Finalmente una camera con 3 lettini come “Riccioli d’oro” e ciascuno può dedicarsi al relax dopo altri oltre 400 km.
Io esco a lubrificare la catena e lascio Steve che si irrita al telefono con non so chi, per dei preventivi che devono essere preparati entro subito e Lupo che finalmente con sommo sollievo, riesce a sentire Gian pierino (il suo bambino di 190 cm x 100 kg) che nel frattempo è riuscito a distruggere il trattorino tosaerba nel tentativo di emulare la Parigi Dakar in giardino.
Giovedì 2 il giro di boa.
13 (2)Costeggiando il mare, anche se oggi è giornata di festa, non troviamo ostacoli particolari quindi raggiungere Siderno è una fucilata.
In tutto il percorso fino ad ora non abbiamo praticamente mai incontrato controlli di sorta della polizia e tutti i Velox fissi abbondantemente segnalati, quindi la media è stata sostenuta.
Un consiglio gratis per chi si avventura in questi luoghi con un mezzo a motore:
fare broda spesso perché i distributori , tolte le zone costiere, sono praticamente inesistenti, in oltre non speriate di pagare con carte o bancomat, ci dev’essere un’epidemia che colpisce queste apparecchiature , sono tutte guaste, solo contante!!     

Così cechiamo di raggiungere Platì salendo da prima di Locri e scendendo a Bovalino.
14 (2)Giornata spettacolare, la Locride è più verde di quanto non si pensi. Leggiamo sulla mappa Passo del Mercante e Passo del Cancello.
Rik da Bologna li aveva indicati come “MUST” quindi non possiamo saltarli.
Robina da neanche 1000 m.s.l.m., il navigatore di Steve sbuffa, non è di queste parti e decide che vuole farci fare il Falzarego …. oramai non lo considera neppure più il suo padrone! 
Calcolando il sali scendi del monte, il Vara ed Alfapora hanno autonomia sufficiente, mentre l’RT avendo un serbatoio “come se non ci fosse un domani”, è in grado di dare retta al navigatore associato per le varianti proposte. 
Da questo momento, per quanto siamo in mezzo a boschi di pini, betulle, querce ed altri alberi tipici del mediterraneo, nell’aria si percepisce un penetrante profumo dolciastro che non riesco a capire da dove venga.
All’80 % del percorso, incontriamo un cartello che dice poco ma chiarissimo: 
Strada interrotta 2/9/13. 
15 (2)Subito pensiamo, da allora, avranno provveduto almeno a fare un passaggio pedonale!
Così avanziamo circospetti, tra smottamenti, cantieri aperti e mai chiusi, asfalti distrutti, … Attenzione gregge di capre ai bordi della strada, che non sarebbe nulla se non ci fossero anche i cani pastore!!
Brutto incontro, soprattutto per il terzo della fila poiché, il primo li fa incazzare, il secondo viene inseguito ed il terzo c’è in mezzo !!
Nel dubbio mai chiudere il gasssss, regola che vale sempre.
Insomma dopo un paio di km il nulla, manca proprio un pezzo di montagna. Ed ora che si fa?
La broda scarseggia e tornare ci sono i cani che ci aspettano!
Purtroppo non esiste alternativa, già mi vedevo rifugiato in una grotta nel tentativo di passare la notte senza essere sbranato dai cani, sperando che una battuta di ricerca nei giorni a seguire mi trovi ancora vivo. 
Sui giornali del giorno successivo i titoli potrebbero essere: 
Dispersi nella Locride tre motociclisti, rapimento o troppa fiducia nel navigatore?
Intanto Lupo è disperato, manca il segnale del telefono, poi ha sete!     
   
16 (2)Sotto pressione ciascuno si comporta a modo proprio!!
Fortuna vuole che i cani avessero altro a cui pensare e passiamo indenni la zona del gregge. 
Decidiamo di tagliare su un percorso più diretto che ci porta nuovamente sul mare.
Strada larga come la moto con un bel cartello di divieto di transito, completamente immersa negli alberi ma dopo 20 km siamo nuovamente nel mondo civile.
Melito di Porto salvo è la punta più a sud della penisola italica.
Qui Giuseppe, l’eroe dei due mondi, sbarco con mille amici e si arrampicò sull’ Aspromonte.
Rik55 è con noi! (vedi foto)
17 (2)Dal ristoratore del posto, veniamo a sapere che gli extracomunitari, ed anche i foresti in genere, li rigano dritto, se sgarrano, il giorno dopo non li trovano più!
Poi ci racconta come pure Garibaldi ha sgarrato infatti la ferita alla gamba l’ha provocata il padre di una ragazza alla quale lui aveva toccato il culo e non come citato dai libri di storia, in battaglia !!!
Dopo questi chiari avvertimenti, decidiamo di congedarci ed educatamente salutiamo risalendo pure noi L’Aspro-monte (il nome è tutto un programma). Non senza essere passati dal punto certificato sulle mappe come il limite sud d’Italia e dopo essere saliti a Pentadattilo a vedere dall’alto la Sicilia in direzione ovest.
Da Bagaladi verso Gambarie sono circa 50 km di belle curve dove s’incontrano anche un gruppo di maiali allo stato brado che pascolano a bordo strada e cani a branco che attraversano il bosco guardandoci tra il minaccioso e l’impaurito.
Da 1300 m.s.l.m., si vede lo stretto di fronte a Reggio ma la sosta è breve, l’unico albergo di Oppido Mamertina ci attende, ha aperto per noi. Anche oggi circa 350 km vengono messi in dispensa.
Incredibile come non abbiamo incontrato che qualche motociclista sparuto in tutto il percorso fin qua giù.
Eppure la stagione è quella ideale, le strade sono mediamente belle e offrono paesaggi gradevoli e soprattutto senza traffico.     
 
Venerdì 3, usciamo dall’Aspromonte direzione nord incredibilmente incolumi. Il clima è sempre uno spettacolo.
18 (2)Vista la tappa che ci attende, decidiamo a Polistena di agganciare la famigerata A3 per superare il promontorio di Tropea e riaffacciarci al mar Tirreno a Pizzo dove riprendere la costiera.
La superstrada, bellissima in questo tratto, offre una meravigliosa visuale dall’alto del golfo di S.Eufemia.
Il mare, tra Amantea e Paola e che accompagniamo fino a Belvedere Marittimo, ha colori che ti mette piacere nello spirito.
E’ il momento di attaccare le salite del Parco del Pollino.
Il profumo dolciastro penetrante persiste nell’aria appena ci si allontana dalla costa, ci si addentra in uliveti e … ecco cos’è!! 
Qui si capisce da dove arriva, le strade sono sormontate dai rami degli ulivi che grondano durante l’anno, olive a profusione. Queste cadono anche sull’asfalto e non è piacevole per la circolazione in particolare delle due ruote. 
Così si svela il secondo mistero; da alcuni giorni vediamo cartelli gialli con impresso il divieto di circolazione a cicli e motocicli, roba che non ho mai visto in giro x il mondo!
19 (2)Qui ha un senso se rapportato a questo fenomeno di “oliatura” della strada, ma fortunatamente è a periodi e adesso è concesso circolare liberamente.
Passo dello Scalone, direzione San Sosti, gran bella strada e gita al santuario della Madonna di Pettoruto ed alle rapide del fiume Rosa.
Per raggiungere Lungro, si apre una veduta sconfinata della piana in direzione di Sibari.
20 (2)Diciamo basta per oggi (km 340) e sempre con Booking.com, troviamo uno splendido B&B appena fuori Castrovillari. 
Piscina, camera grande con 4 letti, nuovissimo, parcheggio interno, ospitali, con colazione a ben 75€ per notte!! Consigliatissimo a chi capitasse in zona: La Petrosa.
In compenso il paese, castello compreso, non offre nulla se non la posizione equidistante tra Tirreno e Jonio alla base del Parco del Pollino.
Sabato 4, oramai i più è fatto e la mattina dopo ci concediamo quella mezz’oretta in più per stare sdraiati, tale da permettere a Mauro di fare la prima telefonata della mattina a casa direttamente da dentro il letto ed a Steve di rendersi finalmente conto che è in ferie oramai da 6 giorni.

Per oggi abbiamo deciso di fare i turisti storico-culturali visitando la Reggia a Caserta.
La strada n.19 ci porta comodamente a riprendere la A3 a Mormanno. Ecco che qui la famigerata Reggio-Salerno mostra tutti i suoi limiti.
Hanno aperto un cantiere di oltre 20 km che durerà anni, dove la strada, di recente fattura, è in demolizione, viadotti altissimi e gallerie comprese (!!), per costruire una variante che forse passa da casa di “Picone”, costringendo il traffico in questo tratto lunghissimo, in una carreggiata a doppio senso di marcia.
Un fantastico quadretto dell’italico spreco, uno scandalo a cielo aperto funzionale solamente alla politica ed alla mafia, è allucinante!!
Per tutto il tratto di strada, percorso a passo d’uomo, mi diletto ad osservare i mille lavori in corso con assurda abbondanza di personale e mezzi in maniera tanto spropositata quanto inutile.
Nauseato, a Rotonda, riabbasso la visiera del casco e dimentico quello che ho appena visto per evitare di rovinarmi la giornata.
Salerno arriva presto, naturalmente il Telepass, nonostante l’uomo stia pensando di andare su Marte, non è ancora riuscito a far riconoscere una moto che varca il casello in direzione Caserta, quindi passo col semaforo rosso (la sbarra aveva già pensato qualcun altro a farla saltare!).
O’ Vesuvio si svetta maestoso lontano alla mia sinistra, incrociamo Sarno e d’istinto trattengo il fiato!
È mezzogiorno e parcheggiamo di fianco alla Reggia in un inaspettata organizzazione efficiente e sempre in modo ordinato e funzionale, riusciamo fare il check in per l’ingresso guidato.
21 (2)Tutto suntuoso ed interessante, quanto finto ed artefatto appena capiamo che un po’ perché in continuo restauro un po’ perché riempita di suppellettili provenienti da altre residenze, tutto ciò che si vede non ha praticamente a che fare con la Reggia, muri a parte naturalmente.
Comunque va vista per rendersi conto del motivo per cui ancora oggi i politici si permettono di sperperare il denaro dei contribuenti, tutto viene dalla storia che tramanda
anche le abitudini malsane.
22 (2)Alle 16, rischiamo di cadere in crisi per calo di zuccheri, dopo aver rinunciato a percorrere fino in fondo i tre km del parco reale, ci trasciniamo alle moto perché Steve ha avuto una visione tipo fata Morgana durante l’avvicinamento.
Sulla strada che ci portava dal casello alla Reggia, c’è un caseificio, non ricordo il nome ma ricorderò senz’altro le mozzarelle !!
Ci fermiamo e chiediamo che ci venga servita una bufala di latte di Battipaglia…..
Erano in realtà 3 per più di un kg e 200, appena “costruite” dal casaro, ancora tiepide.
E’ finita in un batter d’occhio, una roba da urlo! E con questa abbiamo salvato la giornata!
Cerchiamo da dormire col solito sistema e a Caianello troviamo quello che potrebbe andare…..

Ecco, diciamo che non credo che Caianello ci vedrà più passare dalle sue strade, non è posto né accogliente né tantomeno raccomandabile. Si conclude la giornata con una deludente pizza (che per il posto è quasi una bestemmia) e 360 km in più sul tachimetro. 
Tentiamo l’aggancio con i Cocchi ma purtroppo sono a 200 km più a sud, sarà per la prossima volta.
Lasciare le moto nel parcheggio dell’hotel, non ci ha rassicurati più di tanto e durante la notte c’è chi si è alzato per fare un giro per guardare se ci fosse ancora tutto !
La mattina della domenica, sentendoci come controllati a vista, velocemente ci prepariamo e letteralmente scappiamo percorrendo la n.6 ex consolare Capua oggi Casilina, con l’intento di fare un’altra tappa superata Roma.
23 (2)Sotto Monte Cassino comincia ad imbrunire il cielo, fino a quel momento splendidamente soleggiato.
La sosta pipì, benzina, caffè si arricchisce di altro.
Vuoi non assaggiare un gelatino a Frosinone alle 10,30 del mattino?
Così offro la consumazione a quel bambinone di Steve mentre Lupo si prodiga in PR. 
Entriamo a Roma sul lato GRA est.  Non siamo abituati al traffico e ci dà subito noia, una sorta d’irritazione ci pervade. Comincia a maturare l’idea di rientrare a casa subito.
Un quarto di GRA ed imbocchiamo la Cassia n.2 per Viterbo. L’idea di pernottare a Montefiascone, tramonta non appena cominciamo a sentire il ticchettio delle gocce sul casco, naturalmente c’infiliamo negli scafandri e proseguiamo finché un muro d’acqua ci costringe a fermarci sotto una pensilina affollatissima di motociclisti provenienti dalla gita domenicale in zona.
Veniamo a sapere da uno di loro che a Radicofani c’è una deviazione per lavori che ci avvicina a Chiusi, quindi decido di prendere l’A1 e chiudere la partita fino a casa.
Come entriamo in autostrada, cominciano a fischiarmi le orecchie. I miei compagni mi stanno sicuramente insultando da dentro le loro armature poiché il traffico di fine ponte è davvero bello tosto. 
Non mi ricordo di aver mai messo così tanto tempo in moto a percorrere il tratto di autostrada tra Firenze sud e Barberino, una cosa allucinante tutti fermi ed il meteo che continua a divertirsi tra scrosci e sole.
Che dire dei compagni di viaggio?
Dopo 585 km, finalmente alle 21,43 mi arrivano due messaggi su WApp:
Arrivato a casa nonostante il TomTom!! (Steve)
Doccia e Tortellini….. (Lupo)
Segno che anche questa è fatta !!
Steve alla guida di quel transatlantico aveva un gas addosso che gli si leggeva sulla faccia anche a casco chiuso. È veramente soddisfatto dell’RT e non avrebbe smesso di guidare neppure la notte, se lo avessimo assecondato!
Mauro invece è soddisfatto “di serie”. Lui sorride sempre e mette a pro

proprio agio chiunque abbia di fianco, soprattutto se femmina ed il suo Vara non ha fatto una piega nonostante l’età.
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Alfapora non ha ancora compiuto 5 anni ed ha ora 44000 km, è la moto con la quale ho fatto più strada e ancora non mi ha stancato, deve voler dire qualcosa!
Il trip on board mi segnava 41h e 36’ di viaggio in 7 giorni , mi viene subito da associare la settimana lavorativa di 38 ore …..tutto un altro mondo !!!
A fare così tanta strada occorre un mezzo confortevole e che abbia il giusto tiro in tutte le condizioni senza doverlo impiccare e che possa funzionare fluido ad un regime ottimale per vibrazioni e consumi ; nulla da dire su tutte e tre le dotazioni utilizzate.
Una gita veramente gustosa, tutti gli obiettivi centrati con l’unico rimpianto di non essere stati in di più a goderla.
Alla prossima, buoni km e grazie a tutti!!
ByPeter 12/06/16 

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Steve   

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ByPeter    

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Lupo


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